Ci ricordiamo del nostro balcone in questi giorni di lock down, quando tra cori e inni dei vicini, capiamo che quella spicciolata di metri quadri sono il poco suolo calpestabile all’aperto che ci rimane. Così, in questi giorni di ricette e video-tutorial, di video-chiamate e di smart working, noi decidiamo che è proprio da lì, dal balcone, che vogliamo ripartire.
Abbiamo un piccolo spazio che affaccia su una via solitamente chiassosa e ben frequentata, sia di giorno che di notte. Piante di ogni tipo, sconosciute per nome e necessità, vasi e vasetti accatastati negli anni in un armadio ormai dedicato solo a loro.
Dopo aver e cambiato la terra e i vasi, aver attrezzato le pareti e ridistribuito lo spazio, nonché catalogato tutte le piante presenti sul balcone, ci siamo trovati nella “spiacevole” situazione di avere una marea di frammenti di piante (e qui entrano in gioco i “vasi e vasetti accatastati” di prima).
Esclusa l’ipotesi di cestinare piante ancora vive e vegete, decidiamo di sistemare i pezzetti di potatura e i bulbi in eccesso nei tanti vasi vuoti disponibili. Alla fine, ci ritroviamo con due cassette di legno piene di vasetti, le lasciamo in strada e prepariamo un cartello con le istruzioni per chi deciderà di prendersene cura: Il piccolo vivaio di quartiere.
To be continued…